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Quando il sito non basta: ripensare la comunicazione nei progetti complessi
Autore: MOOV Comunicazione lunedì 23 giugno 2025

Hai pubblicato una pagina sul sito. Ma chi l’ha vista? E soprattutto: chi l’ha capita?
Molti progetti – soprattutto quelli finanziati, culturali o ad alto contenuto tecnico – finiscono per essere raccontati in modi che sembrano esaustivi… ma solo per chi li ha scritti. Una sezione "News" aggiornata ogni tanto o una landing page generica non bastano. Non è questione di “esserci online”, ma di esserci in modo strategico, efficace, comprensibile.
1. Il mito della comunicazione ‘di default’: news, landing page, post su Facebook
Spesso la comunicazione viene affrontata come un adempimento: si scrive un comunicato, si pubblica una notizia sul sito, si condivide un link su Facebook. Ma la somma di questi elementi, da sola, non costruisce una strategia. Se i contenuti non parlano al pubblico giusto, nel momento giusto, nel modo giusto, restano visibili solo a chi li ha prodotti. La comunicazione non è un documento da archiviare: è una relazione da coltivare.
2. Cosa serve davvero per comunicare un progetto complesso: strategia, obiettivi, pubblico
Comunicare un progetto articolato richiede chiarezza sugli obiettivi (perché comunichiamo), consapevolezza sui destinatari (a chi stiamo parlando) e visione d’insieme (cosa vogliamo far accadere). Serve un piano che tenga conto dei tempi del progetto, degli attori coinvolti, dei contenuti da produrre e dei canali più adatti. Non è necessario “fare tutto”, ma è fondamentale fare bene ciò che serve.
3. Dal sito al piano: i canali da attivare, i contenuti da produrre
Il sito è un tassello, non il puzzle. Un buon piano di comunicazione integra più canali (social, newsletter, stampa, eventi, materiali visivi e narrativi) e diversi formati (infografiche, interviste, video, reportage, storytelling, aggiornamenti progettuali). Ogni canale ha il suo linguaggio, e ogni contenuto deve essere pensato per aiutare chi legge a capire perché quel progetto è importante, in quel momento, per quella comunità.
4. Multicanalità, coerenza, analisi: la base per non disperdere risorse
Avere molti canali non basta: serve coerenza narrativa, una visual identity riconoscibile, un tono adatto. E serve monitoraggio: misurare cosa funziona, ascoltare i feedback, correggere la rotta.
Nelle organizzazioni che lavorano bene, la comunicazione non è un centro di costo, ma un investimento relazionale. E i ritorni si misurano in ascolto, partecipazione, consenso.
Le domande giuste da porsi, prima ancora di comunicare
• So davvero chi dovrebbe interessarsi al mio progetto?
• Ho definito con chiarezza gli obiettivi della comunicazione?
• Ogni contenuto prodotto ha un perché e un per chi?
• Ho costruito una relazione o sto solo diffondendo notizie?
Spesso, le risposte a queste domande arrivano solo dopo aver sprecato tempo e risorse. Le organizzazioni che lavorano meglio sono quelle che, anche nella comunicazione, iniziano con una domanda, non con una pagina web.