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Chiarezza strategica per comunicare un progetto in 30 secondi

Saper raccontare un progetto in 30 secondi non è una gara di sintesi, ma una prova di strategia. Significa saper scegliere cosa dire (e cosa lasciare fuori) per costruire una narrazione chiara, ordinata e memorabile. Nei contesti istituzionali, dove i progetti coinvolgono amministrazioni, enti, partner, fondi e stakeholder, il rischio è quello di perdersi nei dettagli tecnici e dimenticare il quadro d’insieme.

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L’importanza non solo del cosa ma del quando comunichi

Nel settore della comunicazione, il quando è spesso sottovalutato. Si fa attenzione a scegliere parole, canali, visual, ma raramente si ragiona sulla dimensione temporale: quando un messaggio deve essere detto, quanto deve durare e quando deve essere lasciato sedimentare. Eppure, il fattore tempo incide fortemente, quanto il contenuto stesso. Un messaggio precoce rischia di passare inosservato, uno tardivo arriva quando l’attenzione è già altrove.

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Il linguaggio visivo nei documenti istituzionali: quando la grafica decide la leggibilità

Il modo in cui un documento viene presentato è determinante quanto il contenuto stesso. Report, bandi o relazioni tecniche non vengono valutati solo per la precisione dei dati: la forma visiva incide direttamente sulla loro efficacia. Un testo denso, privo di pause visive, rischia di essere abbandonato; un grafico confuso o una tabella illeggibile possono compromettere la comprensione di informazioni essenziali. La forma visiva, quindi, non è un accessorio estetico: è parte integrante della strategia comunicativa. Anche per questo, come osserva spesso MOOV Comunicazione nei suoi progetti, la leggibilità è una responsabilità editoriale oltre che grafica.

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Il bias dell’esperto: quando chi scrive sa troppo e non riesce a farsi capire

C’è un paradosso che molti professionisti conoscono bene: più diventano competenti, meno riescono a spiegarsi. L’esperto, immerso da anni nella propria materia, finisce per dare per scontato ciò che per lui è ovvio, ma che per altri è oscuro. È un meccanismo involontario: non si tratta di arroganza, ma della naturale difficoltà a “tornare indietro” e ricordare come ci si sentiva quando quelle nozioni non erano ancora familiari.

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La gerarchia dell’informazione: perché l’ordine conta più delle parole

Immaginiamo due comunicati stampa che riportano la stessa notizia: nel primo, la decisione viene comunicata già nella prima riga; nel secondo, compare solo dopo una lunga premessa. Il contenuto è identico, ma l’impatto è opposto.

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